Idee

La storia di Parco Mariotto: la location per il tuo matrimonio

Parco Mariotto

Non è un caso aver scelto “il parco delle spose” come nome di questo blog. Ve l’abbiamo raccontato anche nella sezione “about us”: questo progetto è ispirato ad un luogo che pur essendo “in carne ed ossa” riesce a dar forma ai sogni più astratti. 

Questo spazio bucolico è Parco Mariotto, che ora conoscete come location per matrimoni (e molto altro). Ma non è sempre stato così. 

Preparatevi ad ascoltare, anzi, leggere, una storia. La storia di Parco Mariotto. Immaginatevi sulle ginocchia di papà Castoro ed immaginatevi lo stesso livello di dolcezza e nostalgia. Questo racconto è narrato da voci diverse, in un tempo presente e lontano. Ma se deciderete di sposarvi qui potrete essere i protagonisti di un nuovo capitolo di questa avventura.

La storia di Parco Mariotto: gli inizi

Agli inizi del 1900 ogni città d’Italia era completamente diversa da come la conosciamo ai giorni nostri. Il nostro racconto ha inizio in una Verona ancora ignara delle due guerre che di lì a poco si sarebbero susseguite e circondata da terreni agricoli appena al di fuori del centro storico.

Augusto ed Adele Mariotto erano personaggi illustri dell’epoca. Il loro lavoro in ambito agricolo, i frutteti Mariotto, ricevette lodi e premi; ma non furono da meno anche nel ramo sociale. Per fare un esempio, contribuirono alla costruzione della nuova Chiesa di Parrocchiale di Dossobuono di Villafranca di Verona. 

Ed è proprio nel comune di Villafranca di Verona, a Dossobuono, che i due fratelli costruirono una casa circondata da un grande parco. Sembra scontato dirlo, ma lo diciamo comunque: è quello che oggi chiamiamo Parco Mariotto.

La nascita e la crescita del parco

Nonostante il lavoro legato all’azienda agricola, i due fratelli dedicarono grandi sforzi anche alla progettazione e cura del parco. Stiamo infatti parlando di uno spazio di quindicimila metri quadri, circondato da ruscelli e sapienti canaletti che permisero di irrigare efficacemente la vegetazione. Il suo punto di forza infatti fu l’immensa varietà di piante ornamentali

Importati da tutto il mondo, oltre mille esemplari popolarono e popolano tutt’oggi il parco. Un esempio tra tutti sono le palme che, avendo trovato terreno fertile, sono arrivate fino a noi; donando al luogo un’aura esotica che rende speciale ed unico il paesaggio. 

storia parco mariotto
La storica fontana in marmo del parco e sullo sfondo la varietà di piante secolari

Ora chiudete gli occhi e tornate in un tempo antico. Perdetevi nei viali del parco, sedetevi su una panchina di pietra e osservate sgorgare acqua limpida da una fontana in marmo. Ascoltate il frusciare delle foglie mosse dal vento che accarezza la pelle del viso. Non c’è altro rumore che quello della natura. 

Questa sensazione di pace fu vissuta dai personaggi dell’epoca, che ebbero la fortuna di poter frequentare il parco nella prima metà del secolo. Tra tutti, Renato Simoni: critico teatrale, giornalista, sceneggiatore e regista di origini veronesi.

L’eredità e l’abbandono

Quando i due fratelli morirono, lasciarono tutto in eredità ai nipoti. Uno tra questi fu Luigi Mariotto, che portò avanti il lavoro nei campi iniziato dai suoi avi e continuò ad utilizzare il parco come rifugio dalla città durante i mesi estivi. 

Negli anni cinquanta venne edificata anche una delle prime strutture nel veronese dedicata alla coltivazione dei fiori in serra. Furono due le serre edificate. Una esiste ancora oggi (ve ne parleremo tra poco), l’altra, che si trovava nell’attuale parcheggio, è stata smantellata. 

A partire dagli anni Ottanta, la famiglia si trasferì definitivamente nel cuore di Verona e il parco venne lasciato al suo destino per circa quarant’anni.

Una seconda vita: la storia di Parco Mariotto continua

Una delle figlie di Luigi, Alessandra, alla fine degli anni ’90, prese la decisione di tornare a Dossobuono assieme al resto della famiglia. Venne così ristrutturata la casa assieme ad una porzione di giardino, riportando vita e quotidianità in quel luogo che era rimasto in attesa tanti anni. 

Nel mentre il parco era diventato boscaglia, ma grazie al lavoro di Donato, marito di Alessandra e papà di Gloria (come chi è Gloria?! Ve l’abbiamo spiegato proprio qui), venne rimesso a nuovo. Non è bastato di certo uno schiocco di dita per farlo, ma ben ventisette camion da cava pieni di piante morte o sradicate. Non sono stati pochi infatti gli eventi atmosferici ad aver preso il sopravvento in tutti questi anni di inutilizzo. 

parco mariotto storia
La serra oggi: pronta ad accogliere i vostri eventi ed adatta ad ogni tipo di allestimento

E poi c’era la serra. Rimasta addormentata per decadi, quando venne riaperta conteneva ancora tutti i vasi in terracotta un tempo ornati da fiori colorati e profumati. Un vero e proprio bosco al coperto, una scenografia che sarebbe stata perfetta per un film di Tim Burton. 

Parco Mariotto oggi

Parco Mariotto è pronto a continuare a raccontare la sua storia. Dal 2019 è stato completamente ripulito e con lui anche la serra, ora luogo che potrà accogliere i vostri eventi. Le piante secolari sopravvissute sono state tutte mantenute e sapientemente ricollocate in modo da creare un ambiente ancora più ospitale. 

Gli antichi arredi da giardino in pietra, panche e tavoli, sono stati mantenuti intatti. Le orme del passato li rendono ancora più speciali, perché raccontano una storia. Per esempio, un pino secolare venne sradicato da una tempesta durante gli anni Settanta, cadendo sulla meravigliosa fontana in marmo. La fontana splende tutt’oggi e i segni di quell’evento la rendono ancora più speciale.

In Giappone si utilizza la tecnica Kintsugi per riparare ceramiche rotte. Secondo questo metodo, le crepe non solo vengono lasciate bene in vista, ma vengono rimarcate con della polvere d’oro. In questo modo un semplice oggetto si trasforma in un pezzo unico, un’opera d’arte diventata tale grazie ai suoi difetti, alla sua storia, alla sue crepe. 

Ci piace immaginare Parco Mariotto oggi come un vaso curato con questa antica tecnica. Ogni crepa, ogni radice, ogni sforzo, ogni lacrima trasformata in oro. Forse è per questo che i tramonti più belli sono a Parco Mariotto, che luccica come un caleidoscopio ogni volta che il sole si appoggia all’orizzonte. 

One thought on “La storia di Parco Mariotto: la location per il tuo matrimonio

  1. Dante MATTEI

    Se volete sognare di essere immersi nel meraviglioso mondo del mago di OZ. Se volete essere i Dorothy e Toto’che si ritrovano in un mondo colorato, con delle piccole casette e una stradina dorata. In lontananza appare una strana palla luccicante, dalla quale fuoriesce una donna in splendidi abiti: è Glinda, la strega buona del Nord, giunta in quel luogo per ringraziare la ragazzina che, senza saperlo, ha ucciso la crudele Strega dell’Est. La sua casa è infatti caduta sopra di essa e l’ha uccisa. Da cespugli ed alberi escono i Mastichini, gli abitanti di quel villaggio, salvati dalla minaccia della strega, che ringraziano la ragazzina per il suo intervento e la onorano come un’eroina. Proseguendo nel cammino, giungono nei pressi di un frutteto, dove sorgono degli alberi colmi di bellissime mele. Dorothy, affamata, cerca di afferrarne una, ma uno degli alberi risponde alla provocazione dandole uno schiaffo. Lo spaventapasseri, però, utilizzando l’astuzia, li critica, reputando le loro mele orribili. Gli alberi si infuriano e, volendoli colpire, lanciano loro addosso i propri frutti. Il piano dello spaventapasseri è andato dunque a buon fine e Dorothy può sfamarsi.

    Mentre raccoglie una delle mele si trova davanti una strana scultura di latta, un uomo con in mano un’accetta. Questi è in realtà un essere vivente, rimasto immobilizzato a causa di una pioggia torrenziale che l’ha arrugginito. Dorothy e lo spaventapasseri decidono di aiutarlo versando dell’olio sulle sue giunture e permettendogli di muoversi liberamente. Il boscaiolo di latta ringrazia i due viandanti per la cortesia e dichiara loro di essere molto triste perché senza cuore: Dorothy gli consiglia dunque di andare con loro per chiedere così al mago di Oz un cuore. L’omino di latta accetta la proposta della ragazzina ma la strega dell’Ovest ferma il loro viaggio, minacciando di distruggere Dorothy e i suoi due compagni. La ragazzina ha paura ma, grazie al conforto dei suoi due amici, decide di proseguire il viaggio.

    I tre si ritrovano adesso in una foresta, dove si sentono versi di bestie selvatiche. Una di esse, un leone, piomba contro i viandanti, insultandoli e minacciandoli. L’uomo di latta e lo spaventapasseri non sanno cosa fare per sconfiggerlo, immobilizzati come sono dalla paura: è perciò Totò a difendere la padroncina. Il leone, di fronte all’abbaiare del cagnolino, decide di inseguirlo ma viene fermato da Dorothy, che lo schiaffeggia. Il leone comincia allora a piangere perché ha paura della ragazzina, confessandole inoltre di essere un gran fifone e di aver persino paura della propria ombra. Anche lui decide dunque di raggiungere con i tre viaggiatori la città di smeraldo per chiedere così al mago di Oz un po’ di coraggio…….
    .Leggetevi il libro di Frank Braum e troverete, con un po” di fantasia, tutto ciò che è scritto nel libro, all’interno del Parco Mariotto. Basta solo sognare‼

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *